Benvenuti nel Blog

Percentuale di archiviazioni per i reati di cui agli artt. 388, 570, 572, 612bis (Stalking): oltre il 50% (fonte: Procura della Repubblica di Roma)
Percentuale di False Denunce per Stalking: oltre il 50% (fonte: Ministero dell'Interno)
"Lo Stalking in Italia è una legge giusta, ma spesso usata per fini strumentali" (Barbara Bresci, Magistrato)


Il fenomeno delle False Accuse di Stalking e dell'uso strumentale della legge è una REALTA' SCOMODA di cui ancora non si parla.
Se siete Vittime di False Accuse di Stalking raccontate le vostre esperienze e testimonianze.
Pubblichiamo le vostre storie, link esterni di informazione e contenuti inediti.
Contatti: vifast.italia@gmail.com vifast.associazione@gmail.com

mercoledì 29 agosto 2012

LE VOSTRE STORIE - Ai Confini della Realtà: per una Falsa Accusa di Stalking vi prendono pure il DNA!!!


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


Pensavo e penso che la mia storia sia allucinante ed emblematica in tema False Accuse di Stalking, ma questa mi sa che mi batte.............
Penso anche al sommerso: chissà quante ce ne sono di storie così in giro per i tribunali! Storie di cui (ancora) non si sa niente!!
Specifico che Stefania si è firmata con nome, cognome, indirizzo e recapiti, dando il permesso alla pubblicazione integrale di ciò che ha mandato, dopodichè non ci sono più parole per descrivere questa storia!

"Alle ore 6:50 di Sabato 11 Dicembre dell’anno 2010 sono stata svegliata dai Carabinieri di Pisa, erano tre persone e avevano in mano un mandato di perquisizione firmato dalla Dott.ssa Miriam Pamela xxxxxx della Procura di Pisa. Era stato anche loro ordinato di eseguire un tampone salivare per prelevare il mio DNA. Non me lo dicono subito ma me lo comunicano nel corso della perquisizione.


E’ l’inizio di un incubo. Non capisco che cosa stia succedendo, nel frattempo anche mio marito è in piedi bianco come uno straccio. Fortunatamente, mio marito che viaggia molto in macchina e che lavora a Roma, quel giorno è a casa nostra a Pisa e quindi non penso gli sia successa una disgrazia. Penso allora ad una disgrazia ai miei genitori, le gambe non mi reggono, ma uno dei carabinieri mi tranquillizza, se così si può dire, informandomi che stanno per dare il via ad una perquisizione.

Tiro un sospiro di sollievo, i miei genitori sono al sicuro nel loro letto e sicuramente dormono ignari di ciò che invece sta succedendo alla loro figlia.

Nel frattempo i carabinieri anche loro alquanto perplessi si guardano attorno, non sanno bene come procedere a questa buffonata, sfogliano i libri dell’università di mio marito (che cosa si aspettano di trovare dentro un libro?), fanno finta di guardare dentro ai cassetti poi, fortunatamente, capendo che alle buffonate c’è un limite lasciano perdere.

Accendono il computer mi fanno digitare un nome ma, niente, non c’è niente da trovare, lo spengono.

Vanno nella lettiera del gatto prelevano un campione di feci.

Eseguono poi il tampone salivare con il kit loro fornitogli, non ho niente da temere e non mi oppongo a questa farsa.

Infine mi fanno andare in pigiama nel freddo di dicembre in macchina e in cantina. In macchina mi fanno aprire la mia borsa dove tengo per comodità i libri del corso di francese che frequento con tanta fatica alla fine della mia giornata di lavoro: Mi domando ma che cosa cercano nella borsa dei miei libri, che cosa pensano di trovare?

Chiedo timidamente che cosa stanno cercando mi rispondono una busta. Hanno eseguito una perquisizione per trovare una busta? Che cosa significa una busta? La mia casa è piena di buste di ogni tipo. Non riescono a fornire alcuna risposta.

Ovvio si tratta di una azione di forza, dimostrativa, un sopruso messo in atto da qualcuno come atto intimidatorio. Me lo fanno capire.

Tutto finito finalmente. Ma no, non  ancora. Apprendo dal capo della squadra che mi dovrò recare al comando dei carabinieri a firmare i documenti della perquisizione nella quale ovviamente non hanno trovato niente perché non vi era niente da trovare. Rimango li per tutta la mattina in attesa di firmare un foglio dove c’è scritto che non hanno trovato niente. Il capo della squadra che ha eseguito la perquisizione è molto scocciato, si vede che anche lui ha vissuto  male questo sopruso, abbassa continuamente la testa come per scusarsi.

Leggo finalmente con calma il mandato di perquisizione. C’è veramente da mettersi a ridere. Hanno eseguito una perquisizione perché un avvocato vicino di casa (precisamente vive nell’appartamento sopra il mio) ha sporto denuncia perché qualcuno gli ha bussato sul soffitto, gli ha suonato il campanello e a suo dire ha sporcato di feci la sua macchina. Mi accusano di Stalking. Continuo a non capire, ma cosa c’entro io con questa persona? Come hanno potuto agire con tale leggerezza senza prima appurare come stavano le cose?

Mi informo e leggo che solitamente per questa accusa si viene ammoniti dalle forze dell’ordine, lo Stalker viene richiamato, io non ho mai avuto un richiamo, sono ignara di tutto e sono completamente estranea ai fatti. Ma come hanno potuto procedere ad una tale violenza ed ingerenza nella vita privata di una persona? Chi autorizza queste persone ad una simile violenza, ad un tale abuso senza la benché minima prova a carico di una persona? Leggo inoltre che la legge sullo stalking è divenuta ormai un mezzo per estorcere del denaro. Appurerò più avanti che è proprio così.

Pian piano comincio a riannodare il bandolo della matassa. L’arrogante Avvocato si sta vendicando e ha messo in atto questa pantomima poiché nel 2009 avevo rifiutato le sue pressanti avances. Al rifiuto erano seguite pesanti vendette quali non farmi dormire la notte per i continui rumori che produceva all’interno del suo appartamento, il  mettermi paura specialmente in assenza di mio marito che, come sopra detto non vive a Pisa.

Scopro che questo individuo ha per mesi e mesi esercitato una incredibile pressione presso gli ambienti della Procura della Repubblica, dove si muove quotidianamente e, soprattutto, per inspiegabile ragioni  sembra godere di credibilità al di là di ogni sospetto.

Scopro con l’aiuto di un legale Livornese (ben consigliata mi sono rivolta a qualcuno che non avesse niente a che fare con gli ambienti di Pisa), che l’avvocato ha sporto ben nove denunce nei miei confronti non supportate da alcuna testimonianza ma solo e semplicemente basate sulle sue farneticanti dichiarazioni. Denunce presentate per ipotetici volantini pubblicitari capitati nella sua cassetta della posta, ipotetici squilli di campanello e pettegolezzi di condominio riportati in modo vile. Dichiarazioni che sono andate a far parte di un castello accusatorio che ha decretato la necessità di una intercettazione ambientale basata su l’installazione di numerose telecamere per un periodo che ancora oggi non sono in grado di stabilire.

Il garante della Privacy ha aperto un’inchiesta sull’installazione delle telecamere e i carabinieri hanno risposto di aver ricevuto ordine di installazione per un periodo di circa due mesi e 14 giorni, ma in realtà le telecamere sono state installate a Marzo del 2009 e rimosse a settembre del 2010 e sono sempre state funzionanti (tutta la documentazione è stata depositata presso il garante della privacy nella sede di Roma ed è stata seguita da un funzionario che in ultima istanza mi consigliò di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica perché vi erano abnormi irregolarità).

Telecamere che probabilmente avranno ripreso anche i topi di appartamento che il 13 Giugno del 2010 hanno svaligiato la mia casa, rubandomi cose di valore ricevute negli anni in dono dai miei genitori, parenti, marito ed amici. Oggetti affettivi che, acquistati con tanto sacrificio, rappresentavano per me cari ricordi di momenti particolari della mia vita e che mai avrò la possibilità di riacquistare.

Ovviamente nessuno si è preso la cura di guardare cosa è successo, le telecamere erano li per guardare me. Per i topi d’appartamento esiste la privacy, le telecamere non erano li per loro.

Le telecamere non hanno mai ripreso niente che riguardasse la mia persona, non hanno mai  trovato niente. Nonostante questo, ennesimo atto di accadimento, è stata la perquisizione avvenuta a ben otto mesi di distanza e giustificata dal fatto che un carabiniere mi ha iscritto nel registro degli indagati (fino a quel momento era stata aperta una denuncia contro ignoti) solo perché alle 08:35 del giorno 8/4/2010 sarei passata accanto alla macchina dell’avvocato. Peccato che nel condominio il mio posto auto sia vicino al suo e quindi per prendere la mia macchina devo, per forza di cose, passare accanto alla sua. Secondo il mio legale che ha visionato le immagini la persona che passa davanti alla macchina alle 08:35, tra l’altro, non sarei neppure io. Eppure in una dichiarazione dei carabinieri che leggo si dice “la persona che passa accanto alla macchina è inequivocabilmente la Sig.ra xxxxxxx”. Vengo a sapere che l’avvocato ha fatto incredibile pressioni giornaliere per mettere in atto questa sopruso intimidatorio ai danni di una persona inerme e che alla fine, senza la benché  minima prova, le amicizie solidali lo hanno accontentato.  Dopo la chiusura delle indagini ad Aprile perché non avevano trovato niente, l’indagine è stata riaperta con un cavillo chiaramente persecutorio per fargli un favore. Otto mesi dopo, 11 Dicembre 2010, veniva effettuata una perquisizione.

Ciò probabilmente è avvenuto solo perché qualche giorno prima io ero andata a protestare civilmente contro le molestie perpetrate a danno mio e di mio marito sia dai padroni di casa che dai parenti ed amici che regolarmente la frequentano a tutte le ore del giorno e della notte. In questo frangente l’avvocato minacciò anche mio marito che mi avrebbe fatto arrestare.

Di fronte a questi soprusi abbiamo provato anche noi a rispondere per vie legali, ma non abbiamo mai ricevuto risposta se non un’archiviazione, nonostante le testimonianze di terzi con l’aggravante che questi ultimi sono stati anche convocati in procura a fini intimidatori.

La procura di Pisa ha mostrato un accanimento straordinario verso una privata cittadina che si è ritrovata rinviata a giudizio per una banale lite condominiale accusata di stalking, solo per vendetta e perché non ha avuto paura dei ricatti e delle vessazioni di questo personaggio.

Tutto ciò è avvenuto in base alla sua dichiarazione unilaterale che  altro fine non ha se non quello di ottenere denaro facile avvalendosi delle sue conoscenze. Durante l’udienza preliminare ha presentato una richiesta di danni pari a quasi 130.000,00 euro, 77.000,00 per lui e 50.000,00 per la moglie che ad oggi non ha presentato alcuna denuncia nei mie confronti.

Riassumendo si installano le telecamere per diciotto mesi, si autorizza una  perquisizione perché poco dopo le otto si vede che cade qualcosa sulla macchina dell’avvocato e dopo quindici minuti una donna passa vicino alla sua macchina. Non vi è alcuna correlazione tra i due fatti ma ciò, come sta scritto nella dichiarazione del carabiniere basta a farmi entrare nel registro degli indagati e a far scattare una vergognosa perquisizione.

Ci tengo a informare le autorità che ottenere il cd con le immagini delle telecamere, mi è costato 300,00 euro. Non solo sono stata video sorvegliata per diciotto mesi a vuoto,  ma ho dovuto anche pagare per ottenere ciò che credo sia un mio diritto. L’ho potuto fare solo versando una cifra vergognosa e tramite ovviamente un legale pagato profumatamente.

Otteniamo anche i risultati del DNA che vengono confutati da una illustre biologa forense dell’università di Pisa che lavora per la Procura della Repubblica di Pisa. Si fa riferimento a due campioni di feci e ad un nastro da imballaggio (?) esaminato dai RIS di Roma. In un caso i risultati lo danno come pertinente ad un unico soggetto di sesso maschile, questo profilo genetico maschile risulta compatibile con il profilo genetico misto ricavato dal secondo campione. Il mio profilo genetico risulta incompatibile con entrambi i campioni, l’indagine non è stata fatta su basi oggettive e scientifiche, è quanto viene decretato dalla Biologa Forense, ma tra le righe, sembra dire: volevano per forza che fosse lei, non ci sono elementi validi per dirlo ma li hanno voluti trovare ad ogni costo.

Nonostante questo continua l’accanimento. Stante questo quadro deprimente sono sottoposta ogni giorno ad un incredibile stress anche perché da povera impiegata percepisco uno stipendio di poco più di 1000,00 euro mensili e ad oggi ne ho spesi 7500,00 per il legali . Difendersi anche quando non si è fatto nulla costa.

Alla fine risulta chiaro visto la cifra risarcimento danni che mi è stata chiesta che tutto ciò sia stato costruito ad arte, tramite le giuste conoscenze e la superficialità di chi dovrebbe tutelare i cittadini, per ricattarmi ed estorcermi del denaro. I blog letti sullo Stalking si rivelano veritieri, questa legge è divenuta un ignobile mezzo per ottenere denaro facile. Mi viene da pensare che la legge sullo “Stalking”  sia divenuta, nelle mani di persone prive di scrupoli, una trovata per evitare di difendere realmente e prevenire le persone veramente vittima di persecuzioni. La legge è diventata un’arma ricattatoria e persecutoria da parte di chi confida nel fatto di potersi far risarcire il danno in sede civile e quindi molto spesso denunciano con il preciso obiettivo di poter estorcere soldi. E’facilissimo costruire false prove, come nel caso di cui sono stata vittima, oppure tendere trappole, bastano il miraggio di un facile guadagno e le giuste conoscenze ed è fatta.

Mi domando come si possono chiedere 130.000,00 euro mentendo in piedi una farsa, ma soprattutto chi può accettare una cosa simile in una sede come un tribunale che dovrebbe essere un luogo dove campeggia una scritta “la legge è uguale per tutti”. Nelle mani di chi è la nostra vita? Basta uno squilibrato squattrinato con una conoscenza nel  posto giusto per mettere in moto un simile marciume?

Mi chiedo se una macchia di feci (non so se questo personaggio abbia provato a fare causa anche ai gabbiani che ogni tanto ci lasciano un regalino sui vetri  o sulla carrozzeria)  gettata da chi sa chi su una macchina, una banale lite condominiale e qualche rispostaccia ad avances respinte possano  giustificare un’indagine da film, questo spreco di denaro pubblico e, come le forze dell’ordine che sempre lamentano di essere in difficoltà numerica vengano impiegate per mesi e mesi in cose ridicole, messe al servizio di un Avvocato che per fini ricattatori usa la magistratura e le forze dell’ordine e come questi ultimi possano giustificare il loro comportamento davanti ad un cittadino onesto che in vita sua non ha neppure mai preso una multa. Di come questo cittadino possa ritrovarsi con una indagine penale pendente che può pregiudicare anche eventuali offerte di lavoro e concorsi pubblici.
Vorrei sapere chi paga per gli errori commessi e quali danni questo pubblico ministero possa continuare a fare con il suo operato superficiale e tutto teso a rendere favori agli amici. Mi soffermo a pensare sui soldi che ad oggi ho dovuto spendere e di quanto sono fortunata, nonostante tutto, perché ho potuto difendermi, continuo a riflettere e mi domando cosa potrebbe succedere a coloro che invece non ne hanno i mezzi.

Mi vergogno di questo paese che palesa come anche nella giustizia vi siano i cittadini di serie A e di serie B, che mette in atto un sistema clientelare anche laddove il clientelismo può rovinare una persona. Un sistema che per elargire un favore mette in moto una macchina investigativa degna di un narcotrafficante con videosorveglianza, perquisizione e prelievo del DNA. Una cosa da far rabbrividire per quanto assurda e che dovrebbe far riflettere le autorità prima, sul come sia possibile che ciò possa accadere, poi su come prendere dei seri provvedimenti.

Ogni professionista, impiegato, operaio paga se commette un errore sul lavoro. A volte perde il suo posto di lavoro. Mi domando come mai le persone che rovinano la vita degli altri e che provocano ingenti danni alle finanze dei cittadini per un capriccio non vengano punite. Chi  mi restituirà i soldi che ho speso? Chi mi restituirà la salute messa in crisi in tutti questi mesi a causa dello stress? Chi  darà sollievo alla mia sofferenza e soprattutto tornerò mai più a essere quella di prima?
Il 24 di Ottobre ci sarà l’udienza e devo dire che a questo punto non ho più molta fiducia nella giustizia e mi rendo conto di come la vita delle persone possa essere rovinata da chi opera con tale superficialità oltretutto in un momento così delicato. Mi domando come tutta la solerzia dimostrata in questa storia sarebbe forse stata utile in casi ben più gravi come ad esempio la ricerca dei ladri che hanno svaligiato la mia casa.

Ho un profondo rispetto e stima della sua persona e ho sentito di rivolgere a lei il mio sfogo.

Le porgo i miei migliori auguri per il suo operato e un sincero saluto.


        Dott.ssa
Stefania xxxxxxxx
Via xxxxxxxxx
    56121 Pisa
tel. xxxxxxxxxxxx


p.s. tutto ciò che viene raccontato è documentato nelle carte in possesso del mio Avvocato.

Faccio presente che ad oggi le persecuzioni da parte del mio vicino di casa  Avvocato continuano.
Ricevo visite delle forze dell’ordine con i pretesti più assurdi, tipo ci hanno chiamato perché lei
cantava, ci hanno chiamato perché lei faceva un’imitazione…………………..pretesti ridicoli che distolgono le forze dell’ordine dai loro effettivi servizi per farle venire a casa mia con argomentazioni da scuola elementare………………sempre quando mio marito è fuori per lavoro, lavora a Roma, facendomi spaventare a morte perché temo sempre che gli sia successo qualcosa….."

martedì 28 agosto 2012

LE VOSTRE STORIE - La storia di "Valeria": tra tante vittime di STALKING FINTO una vittima di Stalking Vero


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


Valeria è una vittima di Stalking VERO e la sua storia costituisce un esempio di che cosè il VERO STALKING, non l'ipotetico Stalking che dice di avere subito che muove False Accuse.
Che anche qui non mancano: ad un certo punto la sua persecutrice ha tentato di fare passare Valeria stessa per la stalker.
Quindi Valeria non solo si trova a dover fronteggiare la perdita del suo amato compagno, ma deve anche subire delle pesanti molestie prima, durante e dopo.
NIENTE A CHE VEDERE CON UNA PERSONA CHE FINGE DI ESSERE VITTIMA E SI INVENTA DELLE FALSE ACCUSE DI STALKING.

"Carissima,  ti racconto la mia storia.Vorrei l'anonimato perche' il solo pensare che quella maledetta, con uno dei suoi tremila account possa leggere e possa tornare alla carica, mi fa stare davvero male.
Convivevo col mio uomo da 10 anni, un amore con la A maiuscola...lui odiava facebook e i vari social network ma, nel 2008 ho avuto la bella idea di convincerlo a iscriversi. Maledetta me.
Dopo qualche mese lui mi dice che una tizia che aveva conosciuto nel 1972 quando abitava in un'altra regione, su facebook l'aveva rintracciato (lui aveva un cognome rintracciabilissimo, era forse l'unico ad averlo in Italia)...beh, io contenta, gli dico che pure io ho trovato vecchi ex compagni delle elementari..
questa mi richiede l'amicizia.. che male c'e'? e' amica sua e la accetto.Inizio della fine... comincia a dirmi che lei era sempre stata innamorata di lui (dal 72?), che lo dovevo lasciare......  inizia a contattare tutti i miei amici, a minacciarli e a ripetere la storia che lei e lui stavano insieme da 45 anni.
Tieni presente che, dal 72 lui poi si era trasferito a Roma, nel frattempo si era sposato, aveva avuto due figli, si era separato e viveva con me, che stavo sul suo stato di famiglia, dal 2001...   
poi comincia a condividere il mio profilo con pesanti insulti a me e alla mia professione...... morale della favola le faccio chiudere ben 4 account per gravi offese... e lei li riapre....
Lui sempre piu' angustiato, con sto telefono che, una sera, ha toccato l'apice di 180 piccoli squilli nel giro di un'ora con l'anonimo.. era lei...per avere un chiarimento e dirle di smetterla ho la malaugurata idea di darle il mio numero di telefono...
Arimaledetta me: a parte l'invasione di email su facebook...( ho tutto conservato, dagli sms alle mail).....lui sempre piu' agitato, poveraccio, il fratello mi confida che gli era salita la pressione una sera che non c'ero che lei lo aveva tartassato e lui l'aveva dissuasa grandemente dicendole di non rompere piu' i cosidetti... aveva pregato suo fratello di non dirmi nulla, aveva paura, per quanto son fumina, che avrei preso la macchina e mi sarei sciroppata i 470 km che ci separano per menarla.......
iIl 26 gennaio 2011 lui si sente male, lo trovo a terra in cucina...dopo 4 giorni e' venuto a mancare.
La persona che ci disturbava non sapeva nulla tanto che, anche in ospedale, con lui in coma, continuava a tempestarci di sms....il 4 febbraio (tutto documentato), all'apice della disperazione, le scrivo una email su facebook maledicendola ampiamente..... la cretina non sapeva che lui fosse morto e mi risponde che avrebbe riferito tutto a lui... lascio perdere....
Non sapendo come sapere che fine avesse fatto lui, a marzo, visto che era stata invitata a smetterla anche dal figlio di lui che viveva con noi e che sapeva la storia, ha la bella idea di telefonare al fratello del mio compagno che, essendo a conoscenza della situazione, le annuncia che lui e' morto e viene mandata a quel paese ancora una volta.
Non mi dilungo a raccontarti che altro ha fatto, mi ha fatto passare a me per la stalker, pubblicando cose false e ritoccate e, in ultimo, dice in giro che lei era la vera moglie di lui...ora, a meno che lui non avesse un elicottero privato di cui sconoscevo l'esistenza, sta pazza mi deve dire quando l'ha visto, visto che lui non si e' mai inventato scuse strane, il sabato e la domenica stava con me cosi' come nelle feste comandate...
Ho saputo dopo che lui l'aveva rifiutata.......ma ormai era troppo tardi.
Se devi pubblicare, ometti il mio nome per favore, sono in depressione reattiva da un anno.
Un abbraccio"

Se vuoi raccontare la tua storia scrivici a: vifast.italia@gmail.com


sabato 18 agosto 2012

VIOLENZA PSICOLOGICA: IL PARTNER MANIPOLATORE. Il cattivo partner di oggi potrebbe essere l'accusatore di (falso) Stalking di domani


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
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La manipolazione affettiva nella coppia: riconoscere ed affrontare il cattivo partner

Manipolare l’altro significa sfruttarlo per il proprio vantaggio. La manipolazione ordinaria, i piccoli trucchi, fanno parte della vita quotidiana di ogni coppia; il perverso narcisista, invece, seduce per meglio colpire dopo.
Dà l’impressione di farsi in quattro per la sua compagna ma, in realtà il suo scopo è quello di distruggere, e possiede l’arte di rovesciare ogni situazione presentandosi come vittima. 
Grazie ad una manipolazione costante ed insidiosa, egli modella, a forza di critiche, la personalità stessa dell’altro, che perde la sua autostima e la sua volontà, sfociando nella depressione, ormai dipendente, incapace di andare avanti…
Questa violenza psicologica é distruttiva quanto la violenza fisica. 
Attingendo a molti casi concreti Pascale Chapaux-Morelli e Pascal Couderc aiutano ad individuare questo tipo di profilo e ad uscire dalla dipendenza, per potersi ricostruire.

Che cosa potete fare se il vostro manipolatore, dopo che gli siete sfuggite e gli avete pure fatto l'affronto di osare ribellarvi vi denuncia per Stalking?

Non potete fare NIENTE.
A meno che voi non l'abbiate denunciato prima, e anche li dipende come è stata trattata la vostra denuncia e/o se sono stati aperti dei procedimenti contro il vostro accusatore, in ogni caso potete fare ben poco.
La legge dice che "La sussistenza dei gravi indizi si fonda sulle dichiarazioni della persona offesa che, come è noto, possono essere assunte, anche da sole, come prova della responsabilità della persona accusata, non ne
cessitando le stesse di riscontri esterni."
quindi voi, in quanto IMPUTATI, siete Stalker fino a prova contraria perchè chi vi accusa dice così.


Inoltre voi, in quanto Imputati, non potete chiedere una perizia psichiatrica per chi vi accusa, cosa che dovrebbe poter essere invece NORMALE E PREVISTA onde poter certificare che chi accusa non sia invece mentalmente disturbato. Voi lo sapete che lo è, ma il giudice no, quindi non lo potete dimostrare.


Potete, se vi va e se avete soldi da spendere, andare in terapia che comunque male non fa, e farvi periziare voi (a VOSTRE spese ovvio, e sempre se il tribunale non ve la ordina prima a voi, che siete imputati, una perizia psichiatrica) facendovi certificare eventuali danni da stress ecc, che sicuramente avrete e poi presentare la vostra perizia al giudice nella vostra memoria difensiva, ma anche così non avete garanzia di essere presi in considerazione: sta tutto al buonsenso del giudice.


Emblematica in tema di perizie e loro considerazione, la storia di Natascia Berardinucci




Se invece avere avuto a che fare con questo soggetto dallo psicologo/psichiatra vi ci aveva già mandato, documentate tutto e citate il vostro psico in lista testi.


Ma se non è un professionista abilitato per il tribunale aspettatevi che ciò che dirà in udienza a vostra discolpa valga poco e/o venga respinto dall'avvocato della controparte..............
e comunque c'è una simpatica sentenza del Tribunale di bari del 13 Aprile 2010 che dice che lo "Stalker" è punibile anche se in cura da uno psichiatra............ forse l'hanno fatta perchè gli stalker veri non facessero l'escamotage di farsi passare per pazzi per restare impuniti.............. ma invece AI PAZZI VERI che fanno false accuse chi ci pensa???? Chi ci difende da loro?
Successivamente invece, con sentenza del Tribunale di Milano nel Novembre 2010, lo stalker della Hunziker viene assolto perchè "incapace di intendere e di volere" e perchè, questo è IMPORTANTISSIMO "I FATTI RISALGONO AL 2008 PRIMA DELL'ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE SULLO STALKING."
Insomma, sentenze contrastanti e solo tanta confusione.


Insomma, per come è fatta la legge pare proprio che se siete imputati per Stalking in seguito a False Accuse mossevi da soggetti astiosi e manipolatori possiate fare ben poco per difendervi adeguatamente.




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venerdì 17 agosto 2012

False Vittime di Stalking: cercare di aiutarle per poi ritrovarsi a doversi difendere da loro. Intervista a Paola Caio


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


Paola Caio è una donna, impegnata nell’aiuto verso le vittime di comportamenti persecutori. 
Stalking: prima non "esisteva", poi se ne è parlato un pò. 
Ora è una realtà, più reale che mai, insieme alle FALSE ACCUSE DI STALKING.
Si parla perlopiù di donne che ne sono le autrici, la maggior parte delle volte in contesti di separazioni conflittuali, MA NON BISOGNA TUTTAVIA DIMENTICARE CHE SONO MOLTE LE DONNE VITTIME DI FALSE ACCUSE DI STALKING DA PARTE DEGLI UOMINI: EX COMPAGNI, EX MARITI, EX FIDANZATI.
Le FALSE ACCUSE DI STALKING sono la nuova, subdola frontiera della Violenza sulle Donne.

Intervista a Paola Caio:

"Entriamo in questo fragile discorso con Paola Caio, mamma coraggio, che abbiamo già visto ospite a trasmissioni quali Mattino 5 con Claudio Brachino; Pomeriggio 5 con Barbara d’Urso; Rai Uno con Caterina Balivo, Rai Due con Senette; Rai uno a "La vita in diretta". Due volte dal Maurizio Costanzo Show e una presenza sui canale di La7, sempre a raccontare, sottolineare, la sua "seconda Vita" adoperata al sostegno psicologico di donne vittima di stalkers.

[...]
Paola Caio ha iniziato poi il suo impegno sociale attraverso un’ Associazione.
Si, collaborando attivamente come Presidente dell’Associazione Italiana vittime della violenza in cui sono rimasta in carica per tre anni, poi ho deciso di dimettermi, in quanto non condividevo alcune cose all’interno della Associazione stessa. Si era deciso che la politica rimanesse FUORI, … invece ... Anni fa si parlava poco o niente di violenza sulle donne, i dati parlano chiaro: ogni anno muoiono a causa della violenza molte donne , troppe. Da allora mi sono sempre informata sui decessi per violenza. Ho contattato alcune madri e familiari e insieme abbiamo fondato una Associazione.

[...]
Si sottolineava, nell’introduzione al nostro incontro, come alcune vittime di stalkers, siano invece false vittime e si rivelino poi pericolose nemiche. Aiutare, cioè, persone, che lamentino violenze subite, e ritrovarsi poi a doverle combattere. L’assurdità di andare incontro allo stalker, cosa che mai nessuno penserebbe di fare. Ma è un problema che esiste ed è giusto evidenziarlo. Chi sono queste false vittime?
Non tutte le donne sono vere vittime della violenza. Alcune donne, rare per fortuna, usano questo sistema per vendicarsi dei torti subiti da parte del loro compagno, marito, fidanzato, denunciano per il solo gusto di far del male; per togliere la patria potestà dei figli al padre denunciato, o vedere il proprio ex in difficoltà, al limite dell’esaurimento nervoso o della propria morte. Anche se non sempre riescono nel loro intento di vendetta . Purtroppo è facile essere raggirati, almeno nel contatto iniziale, da queste false vittime, perchè il loro racconto è pieno di continue violenze, soprattutto psicologiche, messe in atto dai mariti, contro loro stesse o i propri figli. Denuncie che poi risultano vere e proprie falsità, ma armi potenti, perchè messe per iscritto. Denuncie successivamente smascherate, ma che portano altrettanta ingiustizia, durante il loro percorso. Pensiamo a due episodi, con cui altrettante donne extracomunitarie non volevano che i mariti vedessero i propri figli, solo ed esclusivamente perchè il loro rapporto affettivo era finito. In un caso la donna ha costruito la denuncia di violenza contro i suoi bambini; nell’altro caso si è parlato di violenza sessuale, mentre invece c’era un rapporto consenziente.

Poi ci sono le donne fragili, emotivamente instabili provate dalla vita, incapaci di relazionarsi col prossimo: quelle che non accettano i loro insuccessi nella vita. Quelle che usano mezzi diffamatori per demolire psicologicamente le persone che, nel corso del loro operato, sono riuscite a portare a termine casi difficili, andati a buon fine, grazie alla competenza e alla discrezione . 

Come è possibile che riescano ad entrare in contatto con associazioni di lotta alle violenze, loro stesse, che la violenza la usano?
Da qualche anno i gruppi antiviolenza sono aumentati a dismisura. Tutti capaci di aiutare il prossimo. Si definiscono laureati, criminologi, psicologi ecc. ecc., ma quanti di questi personaggi lo sono davvero, in termini di competenza provata? E’ cosi che molti aiuti partono in automatico e ci si rende conto, più o meno in ritardo, di aver aiutato persone sbagliate. L’importante è accorgersene il prima possibile.

Ci sono donne che avvicinano associazioni di lotta alle violenze, o persone specifiche, come te, utilizzando racconti fittizi, per averne un rendiconto, e che si rivelano un potenziale pericolo per le persone e le associazioni stesse; rovinando anche la figura delle donne che, invece, in pericolo lo sono davvero. Hai conosciuto problematiche di questo tipo?
Io stessa sono tutt’oggi oggetto di STALKING da parte di una persona, conosciuta tramite il network Facebook, utilizzato ormai da tutti per comunicare con più persone possibile. Ho avuto qualche contatto via mail; ho conosciuto personalmente la persona in questione, ma resami conto della realtà delle cose, e cioè della infondatezza dei suoi racconti, ho chiuso i contatti con questa persona e da allora non mi sono piu fatta sentire, né via mail , né con telefonate, né tramite Facebook. Anche dal fatto che sono stata BANNATA, cancellata, dalla persona stessa.
All’inizio le avevo creduto ciecamente, talmente era abile nel professarsi vittima. Poi, piano piano, come era logico accadesse, tutti i nodi sono venuti al pettine e mi sono allontanata. Non sopporto il vittimismo inesistente, ne è da assimilare per lungo tempo. Da allora non ho più pace. Da persona che concede aiuto, sono diventata, in modo assurdo, una vittima di stalking.

Senza entrare nei particolari, ma che atteggiamenti ha preso, verso di te, questa persona, per essere apostrofata come stalker?
Mi sta accusando di farle telefonate minacciose,  addirittura di morte, naturalmente prive di fondamento. Prende contatti con associazioni o persone, che sono in rapporti con me, per "sputtanare" letteralmente la mia persona. Ha messo in essere denunce con false accuse.
Paola, di norma, queste tipo di denuncie vengono poi analizzate nello specifico, e se risultano false c’è l’avvio dell’operato delle forze dell’ordine, per riportare la realtà nella sua giusta forma. Questo tipo di comportamenti danneggiano, non poco, il vero bisogno di aiuto, che hanno le persone sotto violenza, ed è un tipo di comportamento che va eliminato con fermezza.
Sì, infatti sono già al lavoro le forze di polizia e spero nella loro provata professionalità, nel cercare, dai tabulati telefonici, dalla memoria del PC, o in qualunque altro modo, chi davvero è in fallo. E siano prese serie posizioni in merito. Posizioni che già ora si stanno delineando... e in breve termine.

Ecco la figura che volevamo uscisse e di cui è doveroso tenere conto: la falsa vittima. Proprio quella persona che chiede aiuto, sviando l’attenzione verso vere vittime di violenza, e togliendo a loro aiuti anche vitali. Aiutare una persona non è un gioco e nello stesso tempo non lo è nemmeno il chiedere aiuto. Ringraziamo Paola Caio; le associazioni con cui collabora; le forze dell’ordine, con cui ho avuto modo di dialogare, in questi anni, in relazione a crimini diversi, tra cui lo stalking, perchè è doveroso, lo ripetiamo, evidenziare subito la falsa vittima, il potenziale nuovo stalker, perchè è una figura immatura, che nulla ha a che vedere con una vera vittima. Un invito anche alla conglomerazione delle migliaia di associazioni, in poche, ma più funzionanti realtà, cosi che gli stessi finanziamenti a loro versati, non siano persi in migliaia di piccole inutili azioncine, ma in vere e proprie azioni di contrasto e protezione delle donne e di tutte quelle persone vittime di violenza. Non è una denuncia a salvare la vita, ma tutto quello che si fa dopo."

lunedì 13 agosto 2012

Che cosa è il vero Stalking-FALSE ACCUSE DI STALKING: UN NUOVO ASPETTO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE


Sei Vittima di False Accuse di Stalking e vuoi raccontare la tua storia?
Sei un legale, uno psicologo, un associazione e vuoi inviarci dei contributi da pubblicare? Scrivici a: vifast.italia@gmail.com


Paradossalmente il VERO Stalking a volte lo subisce la persona che viene denunciata dalla/dalle persona/e che la denunciano.
E quindi si ha il fenomeno delle False Accuse di Stalking.
Il problema è che poi le Vittime di False Accuse vengono processate, ed in alcuni casi anche CONDANNATE.
Del fenomeno non se ne parla. la legge così com'è si presta a strumentalizzazioni e NON VA BENE, perchè è potenzialmente pericolosa per tutti i cittadini: allo stato attuale delle cose CHIUNQUE può essere denunciato con false accuse per Stalking.
La maggior parte dei casi si ha nelle separazioni tra coniugi, ma si verifica anche il fenomeno delle false accuse di stalking fatte da uomini (spesso sposati o fidanzati) alle loro ex per togliersi di torno delle presenze "scomode" per vari motivi.
Le False Accuse di Stalking fatte da uomini alle donne rappresentano UN NUOVO ASPETTO EMERGENTE E PERICOLOSO DELLA VIOLENZA SULLE DONNE, cosa di cui chi di dovere (associazioni di genere, Magistratura, Forze dell'Ordine, organi di informazione, Psicologi, Avvocati) ed opinione pubblica dovremmo tutti tenerne conto.

Cos'è lo Stalking (fonte: armoniosamente.wordpress.com)


Lo Stalking consiste in una serie di comportamenti ripetuti ed intrusivi di sorveglianza, alla ricerca di un contatto e di comunicazione nei confronti di una vittima che risulta infastidita e/o preoccupata da tali attenzioni o comportamenti.
E’ costituito da:
1. un molestatore (stalker) che individua una persona nei confronti della quale sviluppa un’intensa attenzione;
2. una serie ripetuta di comportamenti con carattere di sorveglianza e/o di comunicazione e/o di ricerca di contatto;
3.  la persona individuata dal molestatore (stalking victim) percepisce come intrusivi e sgraditi tali comportamenti, avvertendoli con un associato senso di minaccia e di paura.


Il fenomeno dello stalking viene considerato nella sua gravità nel momento in cui questo sfocia nell’omicidio o nel suicidio, in realtà, le conseguenze sulla vittima sono numerose e non coincidono necessariamente con la morte di quest’ultima. Tra queste, quelle più frequenti sono i disturbi d’ansia e i disturbi del sonno, ma non è raro trovare anche un disturbo post – traumatico da stress.
 L’art. 612 bis (Atti persecutori):
‘Chiunque ripetutamente molesta o minaccia taluno in modo da turbare  le sue normali condizioni di vita ovvero in modo da porlo in stato di soggezione o grave disagio fisico o psichico, od anche in modo da determinare  un giustificato timore  per la sicurezza personale  propria  o di persona a sé legata  da stabile legame affettivo, e punito a querela della persona offesa  con la reclusione fono a quattro anni …’
Che fare?
E’  importante tenere un diario e registrare le telefonate in modo tale da avere dei dati tangibili da portare senza la presenza di comprovata molestia, le autorità non possono fare molto Lo stalker infatti si “alimenta” dei comportamenti di paura della vittima, ma anche di quelli reattivi, relativi alla rabbia che la persona porta dentro per la situazione che sta sopportando.
 1)  Rivolgersi immediatamente all’ufficio denunce della Polizia: all’ufficiale di polizia giudiziaria incaricato della ricezione della denuncia, in maniera chiara ed articolata,  la successione degli eventi ricordando che:
- Se vi è stata aggressione (fisica o verbale) che ha determinato lesioni e/o stato d’ansia, prima dell’esposizione della denuncia è necessario rivolgersi presso il pronto soccorso dell’ospedale più vicino, narrando i fatti accaduti. Facendo ciò il medico di turno sarà obbligato a stilare un referto medico il quale, oltre a costituire una vera e propria ricezione di notizia di reato, sarà la prova della veridicità dei fatti narrati nell’esposizione della querela.
-  Se vi sono state molestie telefoniche (anche telefonate mute)ricordarsi, qualche giorno prima della denuncia, di annotare possibilmente il giorno e l’ora in cui queste sono pervenute. Anche se ciò è molto fastidioso è necessario attivare il tasto di risposta e tenere in linea l’altra persona per qualche secondo (naturalmente senza instaurare una conversazione), dimodoché il sistema di registrazione dei tabulati telefonici entri in funzione. La molestia telefonica (art. 660 c.p.), anche se ritenuta un reato minore, a volte è l’unico reato che riesce ad incardinare tutto il processo presso il tribunale ordinario e non presso l’ufficio del giudice di pace. Infatti è raro che comportamenti di stalking sfocino in aggressioni fisiche o altre condotte così gravi da permettere di incardinare il processo presso il tribunale ordinario.
2) Riportare in denuncia, con precisione ed in modo particolareggiato,  tutte le frasi offensive o minacciose ricevute, ricordando che le minacce di morte, specie se profferte impugnando armi costituiscono minaccia grave ed incardinano il processo presso il tribunale ordinario. Per quanto riguarda le frasi offensive ricordarsi di citare i testimoni che hanno assistito all’evento
3)Ricordarsi che obbligare qualcuno a fare qualche cosa che non vuole fare (esempio obbligarlo a fermarsi mentre in auto sta percorrendo una pubblica via) integrano il reato, grave, di violenza privata. In situazioni del genere, se possibile, è bene richiedere sul posto l’intervento di una volante (113) che procederà a cristallizzare l’evento e comunque è sempre necessario citare i testimoni presenti ai fatti.
Se non ce la sentiamo di sporgere querela, è comunque possibile esporre i fatti al Questore che procederà ad un ammonimento verbale nei confronti del molestatore che verrà invitato a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale. 
Se il soggetto ammonito continua a molestare la sua vittima, si procede d’ufficio contro di lui e la pena è aggravata di almeno un terzo
Il fai da te
Se sei una vittima di stalking dovresti:
1) evitare tutti i contatti con lo stalker : questo è un punto di partenza di fondamentale importanza. Non essere gentile con lui/lei, prestare attenzione o avviare contatti con lo stalker potrebbe involontariamente rinforzare la sua condotta. 
Per cui:
- Spiega chiaramente allo stalker che non desideri aver alcun contatto con lui/lei.
- Qualunque forma di contatto, anche se dissuasivo o limitato, può far sperare che la perseveranza un giorno sarà ricompensata da una relazione con la vittima.
- Ogni tentativo di reazione da parte della vittima riconoscono e ricompensano gli sforzi dello stalker per aver un contatto.
- Le vittime devono mostrarsi ferme nella propria decisione di chiudere la relazione.
- Nel caso in cui vittima e stalker dovessero incontrarsi faccia a faccia, la vittima dovrebbe evitare di manifestare qualunque emozione. Se la vittima è sola dovrebbe cercare di incontrare lo stalker in un luogo pubblico o affollato.
- Le vittime dovrebbero anche evitare di fare rappresaglie contro gli stalker per quanto giustificate queste possano sembrare.
2) cercare l’aiuto delle autorità : informare le autorità di polizia locale che sei vittima di uno stalker e che pensi di presentare denuncia se gli episodi dovessero  continuare (ad esempio per più di due settimane). Chiedi una consulenza legale ed informati sui vari gruppi che forniscono consulenza, supporto o aiuto Conserva le prove di ogni contatto con lo stalker. Conserva tutte le prove , le e-mail andrebbero stampate e copiate sul disco fisso, le telefonate andrebbero registrate per giorno e per ora. Tieni una documentazione di tutti gli episodi avvenuti, specificando cosa è successo (gli episodi specifici), quando (ora, giorno e data) e dove.
3)Studiare un piano di sicurezza : a prescindere dal coinvolgimento della polizia o del sistema giudiziario, la vittima dovrebbe essere resa consapevole del fatto di essere responsabile in prima persona della propria sicurezza. La vittima dovrebbe pensare a quali strategie potrebbero aiutarla a sentirsi. A tal fine, le vittime dovrebbero essere incoraggiate ad elaborare un piano di sicurezza per sé e per i propri familiari. Il piano di emergenza dovrebbe prevedere anche il fornire informazioni specifiche alle persone che potrebbero in qualche modo aiutare la vittima.
Tra le principali azioni da mettere in atto sono:
- Fare una lista di numeri di telefono utili (es. della polizia, di amici, di centri per la violenza domestica, di un avvocato, ecc.);
- Fornire a coinquilini, amici, familiari e colleghi informazioni sulla situazione di stalking, in modo tale da ottenere il loro aiuto
- Dare esplicite indicazioni circa le azioni che dovrebbero essere intraprese nel caso di contatti da parte dello stalker;
- Fornire alle persone maggiormente coinvolte (amici, familiari, vicini e colleghi di lavoro), una fotografia o una descrizione dello stalker; chiedere loro di chiamare la polizia ogni volta che sentono rumori sospetti;
- Tenere in macchina una borsa per le emergenze e del denaro, nel caso in cui non fosse possibile rientrare a casa;
- Portare con sé un telefono cellulare, utilizzando la funzione chiamate rapide;
- Cambiare spesso le proprie abitudini di vita;
- Usare una casella di posta privata;
- Se stai subendo molestie on-line dovresti dire allo stalker che queste comunicazioni non sono gradite ed insistere affinché vengano interrotte. Contattare l’amministratore responsabile dei servizi internet per poter bloccare il comportamento indesiderato. Non allegare nessuna firma alle tue mail: quando l’e-mail viene spedita, l’intestazione può contenere informazioni riguardanti caratteri identificativi come il nome e l’indirizzo. Bloccare o ignorare le e-mail sconosciute.
-  Molestie telefoniche: se ricevi telefonate sospette mantieni la calma e cerca di non manifestare alcuna emozione, sposta il ricevitore e lascialo alzato per alcuni minuti e poi riattacca. Annota data e ora della chiamata. Se rispondi ad una telefonata dello stalker, la cosa migliore da fare è riattaccare gentilmente. Buttare giù il ricevitore o gridare può incoraggiarlo. Non rispondere mai al telefono se squilla subito dopo avere chiuso una telefonata con lo stalker. Tieni un telefono cellulare a portata di mano nel caso in cui la linea venisse intasata o manomessa. Richiedi un numero di telefono privato. Il numero dello stalker può essere rintracciato dal gestore telefonico.
Conseguenze dello stalking
Ci possono essere delle reazioni a lungo termine, tra cui quelle più frequenti risultano essere: il cambiamento dello stile di vita, (cambiando lavoro, abitazione, città, stato), la protezione di se stessi (cambiando numero di telefono, usando il cognome da nubile sul lavoro, seguendo corsi di autodifesa o acquistando un arma) e della propria casa (istallando apparecchi tecnologici o sistemi di allarme nei casi più gravi, mentre in quelli blandi cambiando la serratura della porta).
Gli stalker costringono la vittima a dover fare molti cambiamenti significativi nella propria vita. La predisposizione di un piano di sicurezza dovrebbe diventare una priorità. Molte vittime di stalking rinunciano ad andare a trovare amici e parenti e mostrano una limitazione della vita sociale:
- Quasi sempre sono costrette a cambiare numero di telefono e l’e-mail;
- Possono essere costrette a sostenere spese per riparare oggetti di proprietà che sono stati danneggiati (case, automobili, ecc) ;
- Ulteriori spese sono correlati all’installazione di sistemi di sicurezza ed al ricorso a legali o a terapeuti, cambiare lavoro, cambiare casa, compromette un rapporto sentimentale in corso.
Un punto di partenza nella lotta allo stalking è quello di rendere le vittime consapevoli che, se possono far poco, se non nulla, per cambiare la condotta dello stalker, tuttavia possono cambiare in molti modi utili al riguardo le proprie azioni.
 I sintomi psicologici causati dallo stalking non si risolvono immediatamente una volta che le molestie si interrompono:le vittime possono manifestare conseguenze di tipo emotivo per parecchi mesi e i sintomi post-traumatici possono esserepermanenti.